• -

PENNILESSE J.O.Prenz presenta l’anteprima romana alla Casa Argentina

Category : Pennilesse News

Il documentario di creazione “PENNILESSE, Joyce l’odissea triestina”, sarà presentato a Roma il 23 aprile alle ore 18,30 presso la Casa Argentina in via Veneto 7, insieme al trailer ed al promo del nuovo film in lavorazione “Le mie radici che volano” sull’autore italo-argentino Juan Octavio Prenz, in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-Argentina, l’Ambasciata Argentina, l’Ambasciata Irlandese in Roma, DOC/it Associazione Documentaristi Italiani, il Campus Link dell’Università di Malta in Roma ed altri partners. La proiezione sarà preceduta da una conferenza stampa. All’evento saranno presenti il regista Massimiliano cocozza e l’autore Juan Octavio Prenz. Entrambi i film sono ideati, prodotti e diretti dall’autore Massimiliano Cocozza e Joyce è interpretato dal Prof. Renzo Crivelli, noto studioso joyciano e direttore della Joyce Summer School di Trieste, nonché professore ordinario dell’Università di Trieste. Questo documentario ripercorre in 60 minuti le tappe della permanenza dello scrittore irlandese James Joyce nella Trieste austriaca di inizio ‘900, tracciando una onirica genesi del suo capolavoro Ulisse, che quivi fu concepito e redatto in parte. I filmati danno vita ad un progetto più ampio dal titolo ”Gli spazi della poesia” che esplora l’immaginario di alcuni grandi autori della letteratura, attraverso un’analisi delle loro opere. Il primo episodio dedicato a James Joyce ha ottenuto il sostegno de Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, della Provincia di Trieste, dell’IMAIE di Roma ed il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda in Roma. Il secondo episodio, di cui sarà presentato il trailer, sarà dedicato allo scrittore Juan Octavio Prenz, che ha insegnato per oltre 20 anni Lingua e Letteratura spagnola all’Università di Trieste ed è nato a La Plata nel 1932. In Italia non è molto conosciuto al grande pubblico, ha pubblicato presso Marsilio nel 2001 “La favola di Innocenzo Onesto, il decapitato”. Come poeta, Prenz ha vinto nel 1992, con la raccolta “La santa Pinta de la Niña Maria” il prestigioso premio “Casa de las Americas”. Il nuovo film documentario sarà interpretato dallo stesso autore e realizzato a Trieste ed è attualmente nella fase di sviluppo. Questo ritratto di Juan Octavio Prenz prende spunto dall’analisi dell’opera “La favola di Innocenzo Onesto, il decapitato” per approfondire, insieme al suo autore, gli aspetti meno conosciuti ed i restroscena, al fine di tracciare lo stile cinico e poetico del romanzo. Nell’opera originale si racconta di una tranquilla città del Sudamerica dove viene imposto il divieto alla risata, principale nemico del perbenismo piccolo-borghese. Per dare l’esempio, il buon Innocenzo si fa decapitare e innestare sul corpo la testa di un mostro, che dovrà divenire il nuovo modello etico ed estetico a cui ispirarsi; ma il Potere non ha previsto che anche nella faccia inespressiva di un mostro, può nascere un ghigno o una smorfia, se non un riso, e Innocenzo riscoprirà a poco a poco la sua umanità, anche se ciò significa l’infamia e la morte. Il filmato propone, in un intrecciarsi di immagini e atmosfere, la genesi del romanzo, come in un gigantesco puzzle di emozioni e sfaccettature, spaziando nella vita reale dell’autore per poco a poco entrare nel suo mondo. Attraverso un articolato gioco visivo con l’uso dei colori si interpretano mondi immaginari quanto reali. Un autore davanti al foglio bianco da riempire, limpido e lucente come la sua mente; un tavolo da lavoro nero, sul quale prendono forma le visioni che diventano archetipi. La ricostruzione della favola in un immaginario teatrino di marionette che rimanda all’infanzia si alterna al racconto dell’autore offrendo una visione possibile del percorso narrativo. Scopriremo come nasce l’idea del divieto di ridere e dell’Undicesimo Comandamento, cosa contiene l’enciclopedia degli eroi, ma anche come si vive la nostalgia nell’esilio. Un percorso onirico suggerito da una frase di Marconi, che si diceva convinto che le voci non spariscano, ma galleggiano all’infinito nello spazio.