Category Archives: Kome un palloncino

  • -

KOME UN PALLONCINO in onda su RAI 3 DOC3

Vincitore del XVIII Premio Ilaria Alpi nella sezione DOC RAI “KOME UN PALLONCINO” ritrae da vicino l’eroica lotta dei malati terminali in un racconto in prima linea dal fronte del male del secolo.

Testimonianze dirette, in forma di conversazioni con un approccio intimo e caldo, che raccontano la solitudine, la perdita di dignità, l’abitudine ai farmaci e la terapia del dolore, con contributi di esperti, oncologi, medici, parenti di ammalati, psicologi.

“Si tratta in realtà di un film composto di materiali raccolti durante la malattia di mia madre.
Questo è un film molto particolare per me perché rappresenta il punto in cui la mia vita reale di uomo coincide con l’opera di me autore. A molti artisti succede nella vita questa fusione in una o più opere, questo film rappresenta la mia. E’ stata un’esperienza molto dura e difficile, quella che ho vissuto ed il realizzare il film mi ha costretto a rivedere ed alaborare immagini e contesti che avrei voluto rimuovere. Posso senz’altro dire che questo è l’unico film che non avrei mai voluto fare” ha dichiarato Massimiliano Cocozza.

Dopo il debutto come unico film italiano in concorso al prestigioso Festival Cinema Veritè di Tehran nel novembre del 2011 adesso arriva al grande pubblico televisivo su RAI3, all’interno del programma DOC3 giovedì 4 luglio 2013 alle ore 23.55.

Questo film sociale, civile e soprattutto emotivo, nasce dall’esigenza di ritrarre in maniera intima il cambiamento della vita umana dalla scoperta all’evoluzione della malattia terminale, passando per il difficile percorso di reazione fisica e psicologica alle cure chemioterapiche.
Il senso del tempo che sta per finire, l’urgenza di vivere l’immediato e l’incertezza del futuro che si trasformano in un universo, nel quale l’eroismo diventa quotidiano e nascosto.


  • -

KOME UN PALLONCINO vince il Premio Ilaria Alpi DOCRAI 2012

Ha vinto il XVIII Premio Ilaria Alpi nella sezione DOC RAI “KOME UN PALLONCINO” il film documentario di Massimiliano Cocozza che ritrae da vicino l’eroica lotta dei malati terminali in un racconto in prima linea dal fronte del male del secolo.

L’autore racconta il proprio personale punto di vista a contatto diretto con un’esperienza vissuta in prima persona, esplorando con incredulità un nuovo mondo che si schiude a chi entra a farvi parte. Testimonianze dirette, in forma di conversazioni con un approccio intimo e caldo, che raccontano la solitudine, la perdita di dignità, l’abitudine ai farmaci e la terapia del dolore, con contributi di esperti, oncologi, medici, parenti di ammalati, psicologi. Diversi gli interventi dei protagonisti che vivono o hanno vissuto sulla propria pelle la condizione di infermi, che conducono all’interno ambienti e situazioni in un quotidianità fatta di sofferenza, ma anche di incredibile ironia e forza di andare avanti. L’essere umano che di fronte ad un male incurabile riesce a trovare la forza per combattere nonostante tutto.

“Si tratta in realtà di un film composto di materiali raccolti durante la malattia di mia madre. E’ un materiale spesso imperfetto, poiché ho lavorato come potevo mentre seguivo la mia genitrice nel suo percorso nel mio ruolo naturale di figlio. Questo è un film molto particolare per me perché rappresenta il punto in cui la mia vita reale di uomo coincide con l’opera di me autore. A molti artisti succede nella vita questa fusione in una o più opere, questo film rappresenta la mia. E’ stata un’esperienza molto dura e difficile, quella che ho vissuto ed il realizzare il film mi ha costretto a rivedere ed alaborare immagini e contesti che avrei voluto rimuovere. Posso senz’altro dire che questo è l’unico film che non avrei mai voluto fare” ha dichiarato Massimiliano Cocozza

Dopo il debutto come unico film italiano in concorso al prestigioso Festival Cinema Veritè di Tehran nel novembre del 2011 adesso arriva questa vittoria per la sezione dedicata ai documentari lunghi in collaborazione con la RAI, in giuria alcune tra le più importanti firme del giornalismo italiano come Corradino Mineo, Antonio Bella e Roberto Natale.

Questo film sociale, civile e soprattutto emotivo, nasce dall’esigenza di ritrarre in maniera intima il cambiamento della vita umana dalla scoperta all’evoluzione della malattia terminale, passando per il difficile percorso di reazione fisica e psicologica alle cure chemioterapiche. Il senso del tempo che sta per finire, l’urgenza di vivere l’immediato e l’incertezza del futuro che si trasformano in un universo, nel quale l’eroismo diventa quotidiano e nascosto.

Massimiliano Cocozza è autore e cineasta da anni impegnato nel giornalismo d’inchiesta, vincitore del Premio Ilaria Alpi nel 1997, ha pubblicato due romanzi è stato autore di testi per Fabio&Mingo (Striscia la Notizia) ed è collaboratore esterno RAI da oltre 20 anni. Negli ultimi anni ha prodotto e diretto filmati dedicati ai poeti Joyce e Prenz, è vincitore di un Premio di Qualità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Premio Trieste Scritture di Frontiera sezione inedito 2009. Socio del PEN Club Trieste e Vicedirettore del web magazine Investire Nel Mondo.


  • -

KOME UN PALLONCINO in concorso al Festival Cine Veritè a Teheran

Debutto in anteprima assoluta in concorso al prestigioso 5° Festival Cinema Veritè a Teheran (8-14 novembre 2011) per una produzione triestina di eccellenza “KOME UN PALLONCINO” un film documentario molto particolare che, secondo il regista Massimiliano Cocozza, chiude un ciclo che lo stesso autore ha denominto “trilogia del coraggio”. In un’intervista rilasciata ad un giornale Iraniano il regista e produttore ha ribadito che questa trilogia è composta da tre film documentari non commerciali prodotti con molto sforzo e pochi soldi, i primi due PENNILESSE, JOYCE L’ODISSEA TRIESTINA, dedicato al rapporto di James Joyce con Trieste, e LE MIE RADICI CHE VOLANO, dedicato all’opera di Juan Octavio Prenz e quest’ultimo dedicato alle malattie terminali intitolato appunto KOME UN PALLONCINO. Parla anche del rapporto con la città di Trieste e la Regione FVG Cocozza “Trieste è una cittadina veramente splendida ed il Friuli Venezia Giulia una regione unica, anche se l’attenzione ai professionisti locali ed agli autori è piuttosto scarsa. Abbiamo autori attivi di peso come Penco, Del Degan, Rampini, fra gli altri, eppure nessuno di noi riesce ad avere sostegni sufficienti per lavorare. Si dilunga il regista raccontando dello splendido lavoro fatto dalla FVG Film Commission: “Certo è ammirevole il loro lavoro. Hanno portato in Regione molte produzioni importanti nazionali ed intarnazionali. Tornando a KOME UN PALLONCINO, si tratta di un racconto nato dall’esigenza di ritrarre in maniera intima il cambiamento della vita umana dalla scoperta all’evoluzione della malattia, passando per il difficile percorso di reazione fisica e psicologica alle cure chemioterapiche. Il percorso della lotta comprende la presa di coscienza e la accettazione di una nuova condizione in cui non si è più gli stessi e dove si fa fatica ad orientarsi. Il coraggio e la dignità di prendere in considerazione il cambio di stato della propria esistenza. L’autore racconta il proprio personale punto di vista a contatto diretto con un’esperienza vissuta in prima persona, esplorando con incredulità un nuovo mondo che si schiude a chi entra a farvi parte. “Si tratta in realtà di un film composto di materiali raccolti durante la malattia di mia madre. E’ un materiale spesso imperfetto, poiché ho lavorato come potevo mentre seguivo la mia genitrice nel suo percorso nel mio ruolo naturale di figlio. Questo è un film molto particolare per me perché rappresenta il punto in cui la mia vita reale di uomo coincide con l’opera di me autore. A molti artisti succede nella vita questa fusione in una o più opere, questo film rappresenta la mia. E’ stata un’esperienza molto dura e difficile, quella che ho vissuto ed il realizzare il film mi ha costretto a rivedere ed alaborare immagini e contesti che avrei voluto rimuovere. Posso senz’altro dire che questo è l’unico film che non avrei mai voluto fare.” dichiara Massimiliano Cocozza. Testimonianze dirette, in forma di conversazioni con un approccio intimo e caldo, che raccontano la solitudine, la perdita di dignità, l’abitudine ai farmaci e la terapia del dolore, con contributi di esperti, oncologi, medici, parenti di ammalati, psicologi. Diversi gli interventi dei protagonisti che vivono o hanno vissuto sulla propria pelle la condizione di infermi, che conducono all’interno ambienti e situazioni in un quotidianità fatta di sofferenza, ma anche di incredibile ironia e forza di andare avanti. L’essere umano che di fronte ad un male incurabile riesce a trovare la forza per combattere nonostante tutto. Il senso del tempo che sta per finire, l’urgenza di vivere l’immediato e l’incertezza del futuro che si trasformano in un universo, nel quale l’eroismo diventa quotidiano e nascosto. Massimiliano Cocozza è autore e cineasta da anni impegnato nel giornalismo d’inchiesta, vincitore del Premio Ilaria Alpi nel 1997, ha pubblicato due romanzi è stato autore di testi per Fabio&Mingo (Striscia la Notizia) e collaboratore RAI da oltre 20 anni. Negli ultimi anni ha prodotto e diretto filmati dedicati ai poeti Joyce e Prenz, a Trieste ha realizzato anche “La piattaforma logistica del porto di Trieste” filmato ufficiale alla presentazione del corridoio 5 presso l’UE, è vincitore di un Premio di Qualità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Festival Cinema Veritè.


Ricerca