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Pensionati ultracentenari è record fra gli italiani all’estero

Category : giornalismo

Testata -Investire nel Mondo- 30 giugno 2007

Sarà un’anomalia anagrafica, quella riscontrata con le ultime elezioni politiche, che certifica nella sola Argentina più di 6000 assegni a pensionati over 90?

Di Massimiliano Cocozza

ROMA—La lunga vita degli italiani in Argentina. Che altra considerazione fare dopo aver visto i dati sulle pensioni erogate dall’Inps all’estero? In Argentina, appunto, c’è un pensionato italiano di 109 anni. Ma anche tre di 108. Otto di 107. Tre di 106. E poi 11 di 105, 10 di 104, 32 di 103, 51 di 102, 52 di 101 e persino 103 di 100 anni. Per un totale di 276 italiani, regolarmente pensionati dall’Inps, ultracentenari. A cui se ne aggiungono altri 5.854 che di anni ne hanno almeno 90.
Si tratta un miracolo anagrafico? Nessuno lo sa, certo è che non è un caso isolato, come sta emergendo dalla più massiccia operazione di riordino dei trattamenti previdenziali corrisposti a cittadini residenti all’estero che l’Inps ha avviato in seguito alla nuova gara per la gestione dei servizi di pagamento. In precedenza affidata a Istituto centrale delle banche popolari, Bnl e Intesa, questa volta l’hanno vinta da sole le banche popolari. Non senza qualche problema, se è vero che uno dei partecipanti (Capitalia) ha subito fatto ricorso. L’istituto preseduto da Gian Paolo Sassi paga 418.651 pensioni in 141 Paesi del mondo, spendendo ogni anno circa 1,3 miliardi. Sono per la maggior parte trattamenti molto modesti, al punto che gli assegni superiori ai 65 euro al mese sono 276.442.
Longevità degli italiani all’estero. Il dato che sorprende è che 20.576 pensioni vengono incassate ogni mese da una persona che ha un’età compresa fra 90 e 99 anni. Mentre 635 sono riscosse da una che ne ha addirittura più di 100. 78 in Canada, 61 in Francia, 60 negli Stati Uniti, 44 in Australia, 20 in Slovenia, 10 in Austria. Ce n’è anche 1 a Montecarlo. Questo vuol dire che ogni 435 italiani che percepiscono una pensione Inps all’estero, c’è un ultracentenario. Una proporzione oltre quattro volte superiore rispetto ai trattamenti pagati dall’istituto di previdenza in Italia, dove gli ultracentenari pensionati sono 7.309. Ossia uno ogni 2.000 circa. Insomma, qualcosa non quadra: il numero «anomalo» di ultracentenari fra gli italiani all’estero era stato rilevato anche dalla Farnesina in occasione delle ultime elezioni politiche. Probabile conseguenza della difficoltà di avere dati aggiornati.
L’Inps e l’Istituto centrale delle banche popolari hanno mandato ai pensionati il modulo per la scelta del sistema di pagamento insieme a una lettera con la quale si precisa che il modulo stesso dovrà essere restituito con una dichiarazione di esistenza in vita. E qualche risultato già si sarebbe ottenuto. Dei 325 mila moduli finora spediti ad altrettanti pensionati ne sono tornati indietro 150mila: nelle risposte anche un migliaio di comunicazioni relative a persone decedute. Con la nuova gara l’Inps pagherà dove possibile tutte le pensioni in euro. Inoltre, a carico dei pensionati non dovrebbero più gravare commissioni che in molti casi si erano rivelate esosissime (fino a 15 euro per operazione). Si cercherà poi di scoraggiare il pagamento con assegno bancario, privilegiando i bonifici.
Ai pensionati titolari di trattamenti di importi piccolissimi, tanto modesti da essere corrisposti in rate semestrali o addirittura annuali, sarà proposto il pagamento di un forfait per chiudere definitivamente la pratica. Ma il riordino delle pensioni estere non sarà una passeggiata: proteste e le difficoltà ad accettare le novità in qualche caso sono state già segnalate. Tanto che il ministero degli Esteri ha deciso di aprire un tavolo tecnico di collaborazione con consolati e patronati, affidato al viceministro Franco Danieli. Grazie alle nuove misure introdotte dopo la gara, Sassi spera di «tagliare» almeno 20 mila pensioni pagate all’estero. Avrà bisogno di perseveranza e anche di una certa fortuna. In poco più di un anno, dal dicembre 2005 a oggi, le pensioni pagate dall’Inps a cittadini italiani residenti fuori dai confini nazionali sono aumentate di 8 mila unità.